29 Giugno 2017

Hayley si apre con Alex Frank di The Fader

Hayley Williams parla di depressione, redenzione e angoscia dell'essere adulto su FADER.

Alex Frank è andato a trovare Hayley a Nashville, TN, per rilasciare una intervista esclusiva per The Fader.

Quando ha incontrato Hayley, lo accoglie con un abbraccio. Tutto inizia in in un ristorante di Nashville, a chiacchierare sugli stuzzichini posizionati tra loro, a bere te, con Hayley che appoggia i piedi calzati da un paio di Vans luccicanti sulla sedia accanto.

Alex “Lei tratta quasi tutti con questa familiarità tranquilla, a quanto pare. Più tardi nel pomeriggio, percorriamo la città con la sua auto, una Fiat azzurra piena di bottiglie d’acqua mezze vuote, e ci fermiamo nei posti che le piacciono. Un ragazzo con un piercing al naso e i capelli cascanti ad un bar riceve un caloroso saluto, un uomo con lunghi dreads che lavora alla boutique di una sua amica riceve un sorriso smagliante e una bella stretta di mano. Oltrepassa ogni porta con lei, e non puoi essere sicuro che Hayley conosca la gente che vi trova dentro da una vita oppure l’abbia appena incontrata.

Questo senso di complicità immediata le è stato utile, afferma Alex. Hayley ha firmato un contratto con Atlantic Records come cantante solista e autrice dei Paramore quando aveva solo 15 anni. Con i capelli rossi degni di un supereroe dei fumetti e una voce potente che usava più per urlare che per cantare, è diventata una adolescente rockstar e un’icona per i ragazzi punk ed emo in tutto il mondo. Nelle canzoni ritmate come Emergency e Misery Business, ha dato prova di essere un’autrice sensibile e poetica, scrivendo di crescita, primo amore, prima delusione, sempre con un senso di forza e felicità. Ed era ancora più travolgente perché le band più simili alla sua – come My Chemical Romance e Fall Out Boy – erano capitanate quasi esclusivamente da uomini. I Paramore hanno venduto milioni di album, si sono esibiti su TRL, e perfino inciso il singolo principale per la colonna sonora del primo Twilight.

Mentre Alex ed Hayley discutono sull’essenza del nuovo album della band, After Laughter, a pranzo, poggia il mento sul palmo della mano. Adesso ha 28 anni, e il vecchio iconico colore dei suoi capelli ha lasciato spazio ad un biondo platino che le scende come una cascata sulle spalle. “Non so,” dice, a proposito dei punti più oscuri dell’album. “Non ho la stessa speranza di quand’ero adolescente.

Al primo ascolto, l’album può sembrare festoso, ma è chiaro che Hayley stia ancora vivendo alcune delle problematiche dei suoi testi. “La realtà ti spezzerà il cuore/La sopravvivenza non sarà la parte più difficile,” canta in “26”, la voce colma di dolore. “Se mi sdraio sul pavimento/forse mi sveglierò,” dice nella sorprendentemente coraggiosa “Forgiveness”, una canzone che ha scritto a proposito di alcuni momenti difficili con il marito Chad Gilbert, chitarrista della band pop punk New Found Glory. In “Fake Happy”, canta di come sorrida solo per far credere agli altri di star bene, e pensa che anche loro siano segretamente altrettanto bugiardi.

Questa malinconia è diversa dai problemi adolescenziali – più riflessiva, adulta, debilitante. Dice che sta affrontando la depressione da un paio d’anni, con giorni in cui stava semplicemente a letto a guardare vecchi episodi di The Office. Dice che in certi momenti andava così male che si era fissata troppo sull’idea della morte, e ha dovuto chiedere aiuto ad una terapista: “Per la prima volta nella mia vita, non c’era più luce alla fine del tunnel. Pensavo, vorrei solo che finisse tutto. Non nel senso di volermi togliere la vita. Più una mancanza di speranza. Che senso ha? Non avevo mai capito quanto potesse essere pericolosa la disperazione. Ogni cosa fa male.

Hayley aveva perfino lasciato privatamente la band per un breve periodo nell’estate 2015, esausta e convinta di non avere più nulla da dire o cantare. “Non ce la facevo più,” dice. “Pensavo, ci dev’essere qualcos’altro in cui sono brava. Forse è il momento di scoprire cosa.” Ma dopo aver mollato, Taylor York – il suo principale partner compositivo e il co-produttore di After Laughter insieme a Justin Meldal-Johnson – iniziò a inviarle tracce incomplete per vedere cosa sarebbe successo. Anche lui aveva un passato con la depressione.

“Entrambi avevamo dei dubbi, e in questo eravamo uniti,” spiega Taylor. “Le dissi che non doveva far nulla. Ma ho continuato a scrivere, e poi finalmente lei ha ripreso.” Hayley ha cominciato a rimaneggiare sulle tracce strumentali finendo per comporre melodia e parole per “Forgiveness”, la prima canzone di quello che sarebbe diventato After Laughter. Hanno continuato a comporre così, con Taylor che le inviava idee di base ed Hayley che si cominciava ad aprire. E i brani continuavano ad arrivare.

A Nashville, Alex e Hayley si fermano per un frullato e le dice di quanto sia impressionato dalla sua abilità di socializzare considerando come stia affrontando cose difficili, compresa la morte, su After Laughter. Lei ride nervosamente, e per la prima volta nella giornata, quella luminosità si affievolisce un po’. Gli dice che le sembra scontato, l’essere gentile, e strano che Alex metta in evidenza la sua educazione. Se tutto dovesse finire, spiega, vorrebbe essere ricordata per la gentilezza:

Mi hanno insegnato ad essere gentile. Un giorno non ci sarò più, e devo accettare che il domani non è promesso. Mi sta bene il modo in cui sto vivendo oggi? È l’unica cosa che posso gestire. Se non ne avessi altri, cosa ne ho fatto di tutti i miei ‘oggi’? Sto facendo un buon lavoro? Come vorresti morire?

Prima di essere una leader nel pop punk, Hayley aveva un contratto con la Motown. Nata in Mississippi, era timida ma iniziò a cantare in un coro in chiesa. Dopo il divorzio dei genitori, il secondo matrimonio della madre fu altrettanto volatile. “Tornai a casa da scuola un giorno e trovai le mie cose impacchettate,” racconta. “Non avevamo nessun posto in cui andare, quindi abitammo con una sua amica in una roulotte fuori dal parcheggio della scuola.” Alla fine, quando un’altra amica della madre si trasferì a Franklin, in Tennessee, appena fuori Nashville, madre e figlia la seguirono. Pensarono che se Hayley volesse fare musica, Nashville sarebbe stato un buon posto.

A 13 anni, Hayley scriveva poesie e si esibiva con una cover band funk locale con compenso. A scuola la prendevano in giro per il suo pesante accento del sud e non riusciva a trovare amici. “Hanno iniziato a trattarmi talmente male quando mi sono trasferita qui che iniziai ad esercitarmi a dire ‘awesome’ senza accento,” dice. Preoccupata dal trattamento ricevuto in classe, la madre trovò un programma per l’istruzione a domicilio in una chiesa con incontri settimanali, e tolse Hayley dalla scuola pubblica. “Mi disse, ‘Posso fidarmi a lasciarti sola a casa quattro giorni a settimana?’ e io dissi ‘Sì, scriverò canzoni tutto il giorno.’” Visto quanto fosse solitaria, sua madre la incoraggiò vivamente a prendere parte a una band a tempo pieno così che potesse farsi degli amici. Hayley accettò, in parte per il suo amore per Hanson: “Tre fratelli che fanno musica insieme? Andiamo. Pensavo, ‘anche io lo voglio‘”.

Al programma a domicilio, incontrò i fratelli Zac e Josh Farro, che, benché avessero rispettivamente 11 e 14 anni, avevano già inciso qualche brano. Era elettrizzata, e loro la accolsero subito. “Ero cresciuta ascoltando pop e R&B, e mi ritrovai catapultata nel loro mondo, ad ascoltare Elliott Smith e i Radiohead e i Deaftones, pensavo, ‘Cosa me ne faccio? Non ho mai provato a scrivere musica così.’” ricorda. “Ma Zac iniziò a fare un ritmo con la batteria, e all’improvviso era diventata la canzone che poi chiamammo ‘Conspiracy’ che si trova nel nostro primo disco. Stavo lì seduta col microfono in mano a cantare sottovoce le parole che avevo scritto, letteralmente.”

La band, che comprendeva un altro paio di ragazzi, fu formata e insieme iniziarono ad esibirsi ad eventi giovanili, ma Hayley nel frattempo scriveva e incideva demo da sola e li inviava alle etichette. Avril Lavigne era stata lanciata da poco, alimentando l’appetito dell’industria per alternative punk a Britney e Christina. “Non penso che mi avrebbero ingaggiata se non fosse stato per Avril.” dice. “All’improvviso mi ritrovai a New York a suonare per LA Reid”. Molte etichette la volevano, ma solo la Atlantic le permise di restare con la band invece di fare la solista. C’era un vincolo: avrebbero offerto ad Hayley un contratto separato con Atlantic, mentre gli altri componenti della band ne avrebbero avuto uno con una etichetta rock sussidiaria, Fueled By Ramen.
I Paramore rilasciarono il loro primo album, All We Know Is Falling, quando lei aveva 16 anni. Furono invitati al Warped Tour, prima su un palco minore, e poi alla loro terza volta, su quello principale. Il Warped Tour era un’accozzaglia di emo, pop punk, e post-hardcore e i Paramore, con le loro canzoni sensibili ma cariche, si piazzavano da qualche parte in mezzo. In filmati di vecchie performance, Hayley risalta per la sua onestà e resistenza. Salta per il palco, fa headbanging con i suoi capelli rossi, e fa salire fan a cantare con lei.

“È stata la mia scuola superiore,” dice del Warped Tour. “Imparammo a relazionarci con la gente dal palco.” Lei era una delle poche donne assunte. “A un certo punto, iniziarono a presentarsi ragazze con i capelli come i miei,” spiega. Sviluppò una presenza formidabile: nel 2007, ad un concerto in Germania, quando si trovarono a condividere il palco con i più brutali Korn, lanciò una bottiglietta – pensando che gliel’avesse lanciata qualcuno dal pubblico senza troppi problemi – nel pubblico. Apparentemente, era stato un lancio inoffensivo di spazzatura, ma riuscì lo stesso a mostrare la sua fermezza.

In tour, suo padre li portava da una città all’altra in un furgoncino. “Mangiavamo burro d’arachidi e marmellata tutti i giorni,” ricorda con affetto. Incontrò così quello che adesso è suo (ex) marito quando aveva 18 anni. Iniziarono come amici prima che si trasformasse in una relazione romantica. All’epoca, stava insieme a Josh, il suo co-autore. “Eravamo ragazzini! Non sembrava nemmeno che stessimo insieme, a volte. Era tipo, Oh, okay, ci siamo baciati qualche volta,” dice. Tutti nella band erano cristiani, e, benché adesso abbiamo sviluppato un’attitudine più disinvolta riguardo la spiritualità, all’epoca conservarono una certa integrità nel caos dell’ambiente dei festival. “Siamo cresciuti sotto la Bibbia,” dice Zac. “La chiesa ha stabilito un sacco di regole. Non bere, non fare sesso, non ti drogare, non bestemmiare.”

Oltre Hayley, sette componenti sono entrati e usciti dai Paramore dal 2005, alcuni anche in malo modo. È un po’ complicato stare al passo, e i media ci hanno dato dentro con i pettegolezzi sull’abbandono degli altri: le ambizioni soliste di Hayley, dispute sui crediti per i brani, e litigate. Ora sono un trio: Taylor, che è nella band dal 2007, alle chitarre, e Zac alla batteria, dopo aver abbandonato la band nel 2010 con il fratello Josh ed essere rientrato da solo lo scorso anno.

L’ultima persona ad essere uscita dalla formazione è Jeremy Davis, bassista fondatore, nel 2015. È stata intentata una causa legale da entrambe le parti, che si è conclusa la scorsa primavera con esiti non dichiarati. “Tell me how”, una ballata al pianoforte alla chiusura di After Laughter, è una sobria riflessione sul suo abbandono. “Non posso chiamarti un estraneo/ma non posso chiamarti,” canta lei. “Soffoco o lascio andare?” Oggi, è stanca di parlare dello spettacolo del cambio di componenti, alcuni dovuti alla ineguale struttura del contratto della band, e lei ne parla generalmente. “Sono stata tradita diverse volte nella mia vita. Non voglio disegnarmi come la vittima, ma mi spaventa dire tutto,” dice. “Non voglio più eliminare persone dalla mia vita, l’ho fatto già abbastanza.”

Con il successo crescente della band, Hayley è quella che brillava di più. Duettò con il rapper B.O.B. in Airplanes nel 2010, in classifica al secondo posto nelle Top 40. Nel 2011 fu sulla copertina di Cosmopolitan, come una celebrità di Hollywood. “Sono quasi certa che mi abbiano gonfiato le tette,” ricorda, ridendo. Una volta, dice, in un deviato tentativo di spingerla verso una direzione più radiofonica, Lyor Cohen, il capo esecutivo leggendario che lavorava per Atlantics all’epoca, la chiamò al telefono dicendole che doveva scrivere con Chad Kroeger dei Nickelback. Hayey rifuitò educatamente ma con decisione. Lui inistette. Lei disse di nuovo no e staccò la chiamata. “Non è questo che voglio,” dice sulla possibilità della carriera da solista. “Non so se sarei in grado di stare davanti a migliaia di persone se non potessi guardare alla mia destra e alla mia sinistra e dietro di me e rendermi conto di essere circondata da persone che sanno esattamente chi sono.”

Un beneficio dolceamaro tra tutte le partenze e gli arrivi nei Paramore è che con l’evoluzione della lineup, è cambiato anche il sound. Questo è uno dei motivi per cui, 12 anni dopo l’uscita del loro primo album, il gruppo è ancora in giro e, soprattutto, ancora famoso. Hayley è ossessionata dai Talking Heads e si nota nei ritmi giocosi ed eccentrici di After Laughter. Siamo lontani dai riff aggressivi dei primi Paramore, in gran parte perché Taylor ha rimpiazzato il posto di Josh come coautore, e lui condivide la sua passione per il new wave e il R&B, che adesso sono liberi di esplorare insieme.

“Quando ho iniziato a comporre,” dice Taylor, “davo ad Hayley tutte canzoni con riff pieni di chitarre – sempre lo stesso genere. Ad ogni idea che le proponevo, lei diceva, ‘Non è male, ma non hai nient’altro?’ L’unica cosa che potevo farle sentire era ‘Ain’t it Fun’ – portai delle piccole casse e le posizionai su delle bottiglie d’acqua per metterle abbastanza in alto. Era solo un ritmo di batteria e marimba. Pensavo che non sarebbe mai e poi mai potuto essere roba per i Paramore, ma gli occhi di Hayley si illuminarono. Fu un punto decisivo.”

“Ain’t it Fun”, una canzone su quanto sia difficile la transizione tra adolescenza e età adulta, è servita come base per il loro album eponimo del 2013, ed è diventata la loro hit più importante finora. Come tutti i loro album precedenti, è diventato disco di platino, ma ha anche ricevuto un’entusiasta critica, un qualcosa che, nonostante la popolarità della band, non era ancora accaduta. La canzone ha un ritornello trionfante e dirompente – non diverso da quelli del super produttore Max Martin – ed Hayley e Taylor non hanno avuto bisogno di alcuna spinta. Non tutti hanno compreso subito questa reinvenzione dei Paramore, però. […]

Oggi, i Paramore sono forse nella posizione più forte di sempre, non solo perché sono sopravvissuti all’era pop punk e si sono trasformati in un una band cresciuta e completamente sviluppata, ma perché tutto il mondo sembra aver accettato l’attitudine febbrile che i Paramore hanno guidato. Tutti, dagli artisti country ai rapper, si sono buttati nel pop punk.[…]

Ed ora c’è After Laughter, un nuovo album in cui l’idea dei Paramore è al massimo dell’espressione. È l’album dalla consistenza più eccellente di tutta la discografia della band. I testi sono profondamente sentiti come sempre, e le parti strumentali leggere e ariose si adattano alla forza di Hayley come cantante – non ha mai cantato in modo così chiaro e tranquillo, anche quando cantava di dolore. Quindi com’è stato pubblicarlo? Il giorno che l’album è uscito, Hayley è stata sopraffatta dalla tristezza. Non è stato così brutto come nei giorni più bui in cui non si alzava nemmeno dal letto e non voleva scrivere musica, e alla fine della giornata, stava di nuovo bene – lei e i ragazzi hanno messo su l’album e ci hanno cantato appresso. Ma prima, in particolare ad un incontro con circa 300 fan, aveva avuto problemi. “E’ stata una giornata pesante perché stavamo lasciando andare questa cosa che ci ha tenuti in un certo senso in vita,” dice. “E penso che abbia tenuto me in vita.”

Dopo pranzo, Hayley torna a casa per un po’, poi decide con Alex di vedersi con il resto della band a casa di Zac in un bel sobborgo ombroso a sud di Nashville per una serata di tacos e bowling. Ma c’è un’ampia deviazione prima che Alex arrivi. Sta in auto con il publicist dei Paramore, che gli ha offerto un passaggio, e prima che parcheggiano davanti a casa di Zac, dice ad Alex chiaro e tondo che Hayley non è contenta di alcune delle domande dell’intervista del pomeriggio. Quando chiede quali domande hanno infastidito Hayley, gli viene dato qualche dettaglio.

Quando entrano per passare il tempo con Hayley e i ragazzi, si accorgo del clima gelido piuttosto in fretta. Hayley è gentile ma silenziosa. Tiene gli occhiali, si muove nervosa e quasi non si guardiamo. “Quando ci sediamo, ho la scomoda sensazione di essere tornato alla caffetteria della scuola, bloccato a un tavolo con un amico che è arrabbiato con me ma non è disposto a, o non sa come, spiegarmi il motivo. Giocherellando con il telefono, noto su twitter che non molto dopo esserci separati, lei ha twittato una cosa pungente: “godetevi la musica e basta.”

Un po’ disorientato, chiede al suo publicist se può parlare con Hayley della situazione, e si sposta all’ingresso della casa di Zac per raccogliere i pensieri ed aspettare una risposta. Hayley spunta fuori con una evidente energia positiva, e si siedono sui gradini mentre il cielo diventa grigio e, dopo, nero.

“Mi dice che, dopo che abbiamo parlato, ha avuto un attacco di panico nella sua auto. Si scusa profusamente per come quest’incontro si è svolto, e mi dice che si è sentita minacciata quando le ho chiesto della disputa legale con l’ex componente. Dice che le ragioni legali le rendono difficile sapere cosa possa o non possa dire, e che la annoia e la stressa il fatto che ogni novità sulla band negli ultimi tempi si è incentrata sui problemi e non sulla musica. Ci può stare. Continuo a incalzare, comunque, e alla fine lei ammette che c’è dell’altro, ma che non sa come spiegarmelo, o capirlo da sé, che cos’è esattamente.”

Alex le propone di dormirci su spiegandole che probabilmente avrebbe scritto di questo strano episodio e che sarebbe stato buono se lei gli avesse dato un quadro più dettagliato dal suo punto di vista. Questa idea sembra attrarre il suo interesse. Accetta in fretta e si abbracciamo, per poi andare a giocare a bowling in un locale che sembra non aver cambiato arredamento dagli anni ’80. […]

La sera successiva, Hayley va a prendere Alex con la sua Fiat e vanno in un hotel con un ampio bar in una parte alla moda di Nashville. Nota che il frullato lasciato a metà che le ha comprato il giorno prima è ancora nella sua auto, adesso marrone e andato a male. “Vedi quanto sono disgustosa?” gli dice. Al bar, le dice quanto fosse scioccato del fatto che quella che pensava fosse una discussione abbastanza congeniale avesse potuto scatenare una tale reazione. “Ho cominciato a pensare alle cose di cui abbiamo parlato,” spiega, “e di come io ne stia ancora vivendo molte. Cioè… non ho ancora…. superato questo album. E sono anche più grande. Se dovessi salire su una bicicletta sapendo tutti i modi in cui potrei farmi male, adesso sono diversa da com’ero quando avevo 10 anni, quando correvo e scorrazzavo più veloce che potevo come tutti i maschi del mio quartiere.”

Dice che negli anni, ha imparato ad essere prudente e non dire troppo di sé o della band, perché, in certi casi, i litigi e le amicizie finite che ha vissuto nella vita reale sono diventate mangime per il gossip e giornali vari. Le chiede se il tweet che ha mandato – sul godersi la musica e basta – fosse dovuto alla frustrazione per l’intervista, e lei dice di no, che era invece una risposta ai fan che continuavano a mandare le liste delle vendite dell’album nella prima settimana. Dice che è così stanca dell’aspetto commerciale dell’industria musicale che prima dell’uscita di After Laughter aveva tentato di rinegoziare il suo contratto con la Atlantic – quello che firmò da adolescente – così che potesse incidere meno album di quelli che era obbligata a fare. “Non volevo più che quel contratto fosse come una spada di Damocle, e ne ho abbastanza con questa cosa economica.” dice. Atlantic non ha fatto una piega.

Per come la vede Hayley, tutto quello che aveva sempre voluto erano degli amici con i quali fare musica. “Ero figlia unica, e volevo disperatamente prendere parte a qualcosa. Quando fecero il contratto solo a me, mi sentii molto sola,” racconta. “Se mio padre fosse seduto qui accanto a me, ti direbbe di tutte le pagine nel mio diario in cui mi disegnavo con quattro amici senza volto con diversi strumenti. Ecco perché quando vedo un bambino ad un concerto che sembra piangere perché si trova in una stanza con migliaia di altre persone che lo comprendono, mi viene da piangere sul palco. E lo nascondo perché è imbarazzante. Ma capisco cosa significhi voler trovare il proprio posto. E questo è il mio posto. Questo è il mio posto.”

Poi si troviamo ad una specie di punto morto. Lei dice che dopo un decennio davanti al grande pubblico, è meglio che alcune cose rimangano segrete. “Cosa devo alla gente?”, si chiede un paio di volte. Ed è irremovibile nell’idea che nonostante tutti i problemi, vuole che il mondo sappia che in questo momento è molto felice di essere nella band. “Non c’è niente che voglio dire sull’album che non sia già riuscita a dire,” spiega. “Ed è per questo che sono grata alla musica. Perché posso esprimere parti di me che non so come altro tirare fuori.” Parlano ancora un po’ ma la conversazione rimane irrisolta. Dice che probabilmente non rilascerà interviste per un po’, almeno non senza i suoi compagni di band.

Hayley si offre di riportare Alex al suo hotel e durante il viaggio fa sentire la demo di “Forgiveness”, la traccia di After Laughter che le ha detto essere la sua preferita. Iniziano a cantare armonizzando. Si tratta di una canzone che parla di quanto difficile possa essere la pietà, ma in quel momento, era solo divertente. A volte non si è molto diversi dalla persona che si era a 15 anni, passivo aggressivo e un po’ troppo sensibili alle volte, ma simili abbastanza da potersi permettere tranquillamente di canticchiare sopra una canzone strappalacrime in auto.