Poco più di dieci anni fa, quattro giovani amici di Nashville, Tennessee, pubblicarono un album che continuerà a definire un’era. ‘Riot!’, il secondo album in studio dei Paramore, ha dominato le classifiche di quel periodo. Sulla scia del suo recente anniversario, una quantità infinita di parole sono state dedicate a ciò che l’album era – e continua ad essere – e sull’impatto che ha avuto sulla cultura alternative. Ma che effetto ha prodotto ai suoi creatori?
Tornati a casa recentemente da un tour europeo – il primo tour per il quinto album ‘After Laughter’ – Hayley Williams riflette sulla vita attuale dopo il loro album di successo.
“Eravamo solo bambini prima dell’uscita di Riot!. Infatti, siamo rimasti bambini per un lungo periodo dopo l’album!” ride. “Ho una memoria vaga – infatti, da qualche parte c’è un video – di tutti noi, compreso Taylor, ad un parco. Era primavera, 2007, e stavamo letteralmente suonando in un campo insieme. Puoi essere più innocente di così? Per molti aspetti, è stato l’ultimo periodo non complicato per noi come amici.”
I ragazzi di quel parco non avrebbero mai potuto prevedere il successo — o complicazioni — che avrebbe seguito. C’era una sensazione, tuttavia, che qualcosa stava succedendo.
“C’è stata una esplosione che sapevamo era diversa da qualsiasi cosa avevamo vissuto fino ad allora”, dice Hayley. “Certo, avevamo solamente pubblicato un altro album… ma eravamo fiduciosi che le persone — o almeno, le giuste persone, lo avrebbero capito. Soprattutto quando l’intero design estetico e la nostra immagine nell’album divennero così coesi, così facilmente. È solo stato un piccolo sforzo in un breve periodo di tempo.”
Poco dopo, la band aveva realizzato la situazione.
“Alcuni mesi prima dell’uscita dell’album, stavamo andando a fare un concerto al The Underworld, a Camden, e stavamo tutti guardando fuori dal finestrino della macchina quando ho visto la parola “RIOT!” scritta con una bomboletta spray su un edificio, lontani dal luogo del concerto. Sapevo che era stato fatto per noi, perché è stato realizzato con circa lo stesso stile, quasi identico, a quello utilizzato nella copertina dell’album. In quel momento, ho detto ad alta voce, ‘La gente capisce! Questo è il miglior segno che avremmo mai potuto avere… le persone lo stanno rendendo proprio.”
Due settimane prima dello show, la band ha rilasciato il video per ‘Misery Business’, che sarebbe poi diventato l’inno pop punk di quella estate. Grazie a quel video, Hayley Williams è diventata una icona dai capelli color fuoco.
Ora, circondata dalla propria immagine e con il riflettore che puntava su di lei così pressantemente, anche le cose più banali sono diventati obblighi commerciali.
“È stata la cosa più strana. Abbiamo ricevuto una sponsorizzazione per un tour da una società di cellulari che non avrebbe permesso di usare nient’altro che i loro cellulari. Tutto quello che volevo fare era passeggiare con il mio T-Mobile Sidekick III. Comunque, abbiamo passato due mesi a fingere di usare quei telefoni e la società è fallita neanche un anno dopo.
“Il successo di questo album sembra dare un’ombra alla purezza di ciò che abbiamo creato quando abbiamo formato la band,” ammette Hayley — la band era formata ancora dagli stessi ragazzi, che cercavano di fare il possibile per tenere i piedi per terra.
“Il primo grande tour che abbiamo fatto durante il periodo di Riot! fu durante l’autunno del 2007. Siamo stati gli artisti principali in moltissimi teatri, nei quali abbiamo solo suonato come band di supporto. Moltissimi nuovi fan vennero e volevamo dimostrargli tutto quello che c’era in più rispetto a quello che avevano visto su MTV. C’era profondità e c’erano delle radici dietro quei poster di noi con i capelli alla Myspace.
“Abbiamo fatto una cover dei Sunny Day Real Estate in quel tour. Erano una delle nostre band preferite. Era una canzone di 6 minuti e sapevamo che, ogni sera, solo poche persone l’avrebbero conosciuta. È diventato un buon promemoria ogni notte per me che, anche se le cose stavano diventando assurde, tutto questo è iniziato un giorno dopo scuola, a casa dei Farro o nel seminterrato di York… imparando canzoni e creando dei legami con band che amavamo.”
Hayley Williams ora è una persona diversa. Nel 2017, ormai è stata ovunque e ha visto di tutto. È lontana dall’essere quella persona che sostiene di aver capito tutto della vita – infatti, sia negli album sia in pubblico mette in chiaro che non è così – ma alcune lezioni sono state apprese e molte realtà affrontate.
Una delle più dure realtà è stata la necessità di responsabilità come artista. Non molto tempo fa, Hayley si è alterata a causa di alcuni commenti che hanno messo in discussione la validità del suo femminismo. Nei commenti veniva sostenuto che una donna che una volta cantava una frase come “Una volta che sei una puttana, non sei altro / Scusa ma questo non cambierà mai”, come faceva in ‘Misery Business’, non potrà mai essere considerata una icona del femminismo. Hayley ha risposto a quella critica con un post nel suo blog dove sottolinea l’importanza di crescere e dichiara “Sono una persona di 26 anni. E sì, sono una orgogliosa femminista. Forse non perfetta?”. Trovate il post tradotto sul nostro sito QUI.
“La cosa che mi ha infastidito,” dice Hayley riguardo l’argomento, “è che avevo già fatto delle riflessioni personali riguardo ciò, anni prima che qualcuno decidesse che fosse un problema. […] Era importante, tuttavia, che io mostrassi umiltà in quel momento. Ero una ragazza di 17 anni quando ho scritto quel testo e se posso in qualche modo esemplificare ciò che significa crescere, informarsi, e in un certo senso ‘svegliarsi’, allora va bene per me.”
Nel decimo anniversario della pubblicazione del video di ‘Misery Business’, Hayley ha pubblicato un tweet in cui si riferisce alla canzone come ‘un ragazzino dalla mente arretrata’, riproponendo così la conversazione del crescere lontano dai materiali passati. Ciò ha dato luogo a speculazioni tra fan e critici se sia solo la conseguenza di essere un autore sincero, o semplicemente l’essere troppo giovane per conoscere meglio. Quando le viene chiesto direttamente di parlare di questo argomento, Hayley è notevolmente aperta.
“Erano entrambe le cose.” dice. “[Il testo] è letteralmente uscito da una pagina del mio diario. Quello che non potevo sapere a quel tempo era che stavo alimentando una bugia alla quale credevo. […]
“Il problema con il testo non è che ho avuto un problema con qualcuno con cui sono andata a scuola. È semplicemente la scuola superiore, le amicizie e le rotture. Ho cercato di parlarne usando parole che non appartengono al contesto.”
Quando i Paramore hanno recentemente suonato ‘Misery Business’ al Royal Albert Hall a Londra, al momento delle frasi in questione, Hayley ha deciso di non cantarle. È un piccolo gesto, ma una chiaro indizio che il suo rapporto con la canzone oggi è cambiato. È raro vedere un artista che lo fa. Hayley poteva anche scegliere di non affrontare questo problema, ma è chiaro che essere riuscita a farlo è una parte importante nella sua crescita personale.
“Mi piace sapere che alla fine della giornata ho cercato di fare la cosa giusta,” dice Hayley. “E chissà, forse è tutto inutile? Il mio percorso era mio – non ce ne sono due uguali. Per qualche ragione, credo che dovevo scrivere quelle parole per poi imparare da loro… anni dopo. Mi ha reso più compassionevole verso le altre donne, che forse hanno ansie sociali… e verso le ragazze più giovani che forse in questo esatto momento stanno imparando a relazionarsi e a connettersi. Stiamo tutti cercando la nostra maledizione. È tutto più facile quando abbiamo il sostegno dell’altro. La vulnerabilità aiuta a creare le fondamenta per tutto questo.”
Nel nuovo album After Laughter, Williams è la più onesta e franca versione di se stessa in assoluto in un album. Sembra più un diario questo album rispetto a ‘Misery Business’. È una collezione di canzoni che parlano di depressione, ansie, auto-riflessione; ma la canzone più suggestiva è ‘Idle Worship’, canzone di tre minuti che fa fuoriuscire tutta la confusione e frustrazione che nasce con l’essere messo su un piedistallo.
Dato che Riot! è stato il catalizzatore di questo, è naturale assumere che i testi come “Non trattenere il respiro / Non ho mai detto che ti avrei salvato, tesoro” e “Se va bene una piccola grazia sarebbe apprezzata” potrebbero essere stati scritti tenendo in mente quell’era. Si scopre che non è così. Questi sentimenti sono molto più universali di così.
“Non direi che l’era di Riot! sia stata una ispirazione per quella canzone come lo era il Self-Titled” rivela Hayley. “Ero una superdonna che credeva beatamente che tutte le mie migliori intenzioni sarebbero state abbastanza buone per farmi passare illesa tra tutti gli ostacoli che avrei incontrato. Non puoi prepararti a vivere aspettando che ti capitino delle cose. Accade quando deve accadere.
“Quando ho avuto finalmente un po’ di tempo libero, quando abbiamo preso quasi tre anni di pausa, non avevo nessuna distrazione,” continua. “Nessun mantello appeso nel guardaroba. Ero io e uno specchio. Nessuna quantità di selfies con i fan mi avrebbe fatto pensare di essere invincibile, mai più. Deve essere difficile per un fan dei Paramore sentire quella canzone… ma le persone devono capire che mi sono buttata giù molto più di chiunque altro. Mi stavo preparando a un fallimento! All’inizio, per due anni, ho vissuto con i pantaloni di latex e sembravo un maledetto supereroe. Quando mi ha preso la depressione, difficilmente ‘uscivo’ dal mio pigiama. Scrivere ‘Idle Worship’ è stato il primo step per ritrovare la mia voce, di nuovo.
“Al giorno d’oggi, mettere vestiti vintage è altrettanto trionfante come quando tingevo i miei capelli di cinque colori diversi. Mi ricorda la persona colorata che ero sempre, anche prima che qualcuno mi prestasse attenzione. Non un supereroe e non un bradipo in pigiama, ma un allegro, solare, strano essere umano.
E ‘Caught In The Middle’? La frase, “Non riesco a pensare a chi fossi, perché mi fa solo desiderare di piangere.”? È collegato a Riot!, vero? Circa.
“Hai presente quando stavo raccontando di quando siamo usciti al parco prima dell’uscita di Riot!?” ha chiesto Hayley. “È un misto tra quella sensazione e il supereroe che fingevo di essere durante il l’era del Self-Titled. Ho dovuto lasciare andare quelle versioni di me per poter crescere e fare un passo avanti come un adulto. Non c’entra niente il rimpianto, ma è una realizzazione spensierata che ‘tutte le cose devono passare’.”
Chiaramente, la visione di Hayley oggi è forgiata da molto altro, oltre dall’album ‘Riot!’, ma una parte di After Laughter che può essere certamente analizzata per quello che è avvenuto precedente, è la canzone ‘Forgiveness’. In questa canzone il concetto del perdono è dipinto in una luce soffusa, sfocata.
“Una delle lezioni di vita più grandi, sarà imparare cos’è il perdono, realmente,” dice Williams. “Ho avuto molte opportunità per offrire il perdono e accettarlo. Ma capirlo per davvero, è una cosa personale. Una delle migliori citazioni che ho letto riguardo il perdono – credo che un pastore l’abbia detta – era, ‘Quando perdoni, significa che assorbi la perdita e il debito. Tutto il perdono, quindi, è costoso’. Quando ci pensi per davvero, ti manderà in confusione per un po.”
Qui è dove Hayley è oggi; comprende il presente, invece di vivere nel passato.
“Penso che il motivo per cui ho trascorso un po’ di tempo in questi ricordi è perché il ‘perno’ era in realtà nelle nostre vite personali e non nei Paramore. Per me, sembra come se è dove la vita ha iniziato a farsi complicata.”
E Riot! oggi? Il decimo anniversario è passato, e mentre la maggior parte delle band avrebbe organizzato un evento importante per il loro album di maggior successo, i Paramore han deciso di non fare niente di speciale.
“Non ce la sentiamo di guardare nel passato, per il momento,” dice Hayley. “C’è stato un periodo, dopo che avevamo finito il tour per il Self-Titled, dove avevo davvero paura che mi stavo lasciando alle spalle i miei giorni migliori. Era come se stessi morendo. Quando finalmente abbiamo realizzato delle demo che ci entusiasmavano, non ero più così senza speranze. Ringrazio davvero tanto Taylor per avermi dato il coraggio che avevo durante quel periodo. Ora che siamo qui, sento come se siamo una nuova band. Sappiamo come onorarla e apprezzarla, ma non è il momento di essere sdolcinata e nostalgica ora.
“Quello che mi porto dietro da quella parte di vita,” conclude, “è che tutti abbiamo questa unica estate d’oro nella vita – sentivo Riot! così – che possiamo o viverla per poi eliminarla per sempre.. o possiamo apprezzarla per quella che è stata e andare avanti. Dobbiamo trovare le nostre altre estati. Quelle altre stagioni della nostra vita che ci fanno sentire esattamente dove dovremmo essere. Se ti giri sempre, vedendo la direzione da dove sei venuto, come potrai mai apprezzare il dove sei adesso? Devi dare a te stesso una possibilità.”