2 Dicembre 2022

Hayley Williams: “Molti hanno scoperto la nostra band durante il periodo di pausa”

I Paramore si sono fermati a Los Angeles, CA per un breve tour promozionale di This Is Why. Prima meta: gli studi di KROQ.

Per i Paramore è iniziato il periodo promozionale di This Is Why, e questo vuol dire tante nuove interviste all’orizzonte. 

Con il tour statunitense appena concluso, Hayley Williams e Zac Farro si sono fermati negli studi di KROQ di Los Angeles, CA per una breve intervista per lo show di Klein & Ally.

L’intervista è disponibile su Youtube in inglese, mentre a seguire trovate la traduzione. 

Klein: Adesso fatemeli accogliere [Hayley e Zac] come si deve! È passato veramente troppo tempo dall’ultima volta, e cerco di non prenderla troppo sul personale… ma è un piacere poter annunciare ufficialmente, come avete già anticipato, che i Paramore hanno nuova musica, un nuovo album, nuovi tour… Sono scarsissimo in matematica, ma dovrebbero essere passati cinque anni…

Hayley: Dall’ultimo album? Sì, esatto.

K: È una cosa strana, in un certo senso, perché ormai siamo abituati ad esempio ai Red Hot Chili Peppers con due album, i Wizards con quattro album in un anno… E nel vostro caso c’era il tanto atteso ritorno… Vi ha messo pressione, questa cosa? Considerando quanto siamo tutti impazienti di sentire musica nuova?

H: Un po’ sì, soprattutto perché molti hanno scoperto la nostra band durante il periodo di pausa che ci siamo presi. Ce lo siamo presi perché eravamo in tour da quando eravamo adolescenti, e in un certo senso abbiamo pensato che fosse il caso di tornare a casa e controllare come stessero le nostre famiglie, assicurarci che le nostre case ci fossero ancora [ride]! Più che altro, la pressione è dovuta al fatto che c’è un sacco di gente nuova a cui piace la musica alternativa, e magari l’ultimo nostro brano che avevano sentito era Misery Business… Ma abbiamo pubblicato altri tre album da allora, e adesso stiamo cercando di esplorare nuovi generi, quindi il nostro dubbio era come restare fedeli all’idea che possono avere di noi, ma anche a quello che siamo oggi? Io non vedo l’ora che la gente senta i nostri nuovi brani, come quello che uscirà a breve, e ho la sensazione che abbiamo messo insieme tutte le esperienze e tutte le cose che abbiamo imparato, mescolandole per creare qualcosa di nuovo. Sarà interessante capire cosa ne pensano i fan, sia vecchi che nuovi.

Ally: Noi stiamo passando in radio This Is Why e alla gente piace molto! Avete appena terminato una lunga serie di concerti,  ma come avete detto prima, siete stati in tour per moltissimo tempo e ricomincerete a breve. Non vi state concedendo molto tempo per riposarvi… e il prossimo anno suonerete con Taylor Swift, giusto? Due concerti… non è che per caso avete biglietti omaggio? Perché ho cercato di prenderli ma non ci sono riuscita… a voi ne danno? E posso averne uno? 

Zac: Sì e no! [ridono] No, scherzo, non lo sappiamo ancora…

H: [a Zac] Ti ricordi per il When We Were Young, quanti messaggi ci sono arrivati?

K: Sì, quell’annuncio è stato incredibile, perché tutti pensavano fosse falso. Ho iniziato a vedere i nomi di tutte quelle band, poi ho visto anche il vostro e mi sono detto che non era possibile.

H: Anche io iniziavo ad avere dubbi, onestamente [ride].

Z: Anche perché arriviamo lì, e il primo giorno viene annullato a causa del vento, e noi abbiamo pensato “La situazione non è granché”.

H: Tornando ai concerti con Taylor Swift, quel giorno ho ricevuto un sacco di email… perché cambio numero ogni sei mesi, ma tengo sempre lo stesso indirizzo mail – grande errore…

A: Quindi hai lo stesso indirizzo email di quando avevi 15 anni?

H: No… non lo so, ma è per via di Apple, perché ti costringe a tenere lo stesso indirizzo per tutti i dati e la roba archiviata… vorrei tanto liberarmi da questa cosa.

A: È impossibile liberarsi delle mail… Comunque ti volevo chiedere del tuo nuovo negozio… hai aperto da poco un Hair Saloon, no? Io non spendo soldi in generale, preferisco cose che costano poco e Klein mi prende in giro per questa cosa, ma sui capelli sì, i soldi li spendo perché penso che paghi per quello che ti fanno… L’altro giorno stavamo parlando delle mance nel periodo di Natale, e volevo chiedere a un’esperta quanto pensi che una persona dovrebbe lasciare di mancia al proprio parrucchiere nel periodo delle feste? Perché magari si potrebbe fare dal 20 al 30% se ti fanno un trattamento completo, soprattutto se è il parrucchiere da cui sei sempre andato. È come se ci stessi insieme, no? Non lasci una persona con cui stai bene, allo stesso modo non cambi parrucchiere.

H: È una cosa molto personale, è vero. Io probabilmente sono di parte, perché il mio migliore amico Brian l’ho incontrato quando avevo 17 anni da un parrucchiere comunissimo – cioè, non tanto comune perché era quello più conosciuto nel giro punk rock nel nostro paesino che non era molto bendisposto verso questo genere di cose – ma quando l’ho incontrato eravamo giovanissimi, siamo cresciuti insieme e siamo amici, quindi non saprei dirti come ci si dovrebbe comportare con qualcuno che conosci da così tanto, lavorativamente parlando, per Natale.

A: A Klain regalo una bottiglia!

H: Una bottiglia va benissimo, è il pensiero che conta. Penso valga così per tutti, perché in fin dei conti ci basta essere considerati, credo. Abbiamo un po’ tutti problemi vari, sono stati quattro anni complicati, e ne siamo usciti da poco… per quanto mi riguarda, quando vedo persone che non sono gentili a vicenda, mi viene una specie di crisi esistenziale, perché mi viene da domandarmi come sia possibile che non abbiano imparato niente negli ultimi quattro anni?

K: Questo è un po’ il contenuto di This Is Why, no? È un brano molto interessante, è un po’ come dire “è questo il motivo per cui non possiamo avere belle cose”. Quasi una spiegazione del perché le cose stanno come stanno. Ma in un certo senso, ed è questo che mi è sempre piaciuto della vostra musica e i vostri testi, cercate sempre di valorizzare determinate situazioni, e penso intendeste che, anche se una cosa va in un certo modo, non deve essere per forza così.

H: Esattamente. In genere affrontiamo temi pesanti col sarcasmo, e a volte è necessario non prendersi troppo sul serio, ad esempio bisogna ridere di quella lieve agorafobia che traspare da molti dei testi dei brani nuovi. È in un certo senso il risultato del restare isolati, e alla fine imparare ad essere a proprio agio anche da soli, ma ora invece bisogna uscire di nuovo e dobbiamo quasi imparare di nuovo come fare alcune cose, come stare ai concerti… e stare in mezzo alla gente senza essere maleducati. Ma bisognerebbe anche capire che la gente che hai accanto ha passato momenti difficili. È capitato qualche volta durante l’ultimo tour – non voglio parlarne troppo perché non voglio dipingerla negativamente – ma in qualche concerto ci sono state risse nel pubblico, e io ho avuto una reazione estrema perché ho pensato ‘siete vivi, a un concerto con altre persone, e stai cantando canzoni che portano con sé sicuramente dei ricordi, magari un brano che ti ha fatto superare una rottura, o che hai ascoltato durante un viaggio, o anche durante la pandemia, e ora state litigando con persone che non avete mai visto prima’… penso sia una cosa tristissima, e che questo tipo di cose succede già sufficientemente online, quindi penso ‘godetevi cinque secondi di calma e poi tornate a fare i maleducati’.

K: Infatti, bisognerebbe pensare che si è a un concerto di una band che ti piace, ed è una cosa bellissima. È una cosa interessante questa, perché è una pressione aggiunta per gli artisti. Perché tu sei sul palco e ogni sera devi prendere decisioni  importanti, decidere se interrompere il brano o meno, e non ti puoi veramente concentrare sul brano che stai cantando…

H: Esatto! C’è una tua foto [a Zac], qualcuno ti ha fatto una foto quando abbiamo interrotto un brano, e sembri contemporaneamente tranquillo e confuso! Perché hai ragione, devi decidere ma non sai esattamente cosa sta succedendo, perché in genere c’è un sacco di rumore e la sala è in penombra, specie ai festival, ma non vogliamo che qualcuno si faccia male, ovviamente. 

K: Soprattutto i vostri fan. Se si fanno male, non possono comprare il merchandise! [ridono]

Z: Sì, di solito alla fine di un brano riesco un attimo a prendere respiro, perché sono lì dietro a picchiare sulla batteria, e all’improvviso ci sono tutte le luci accese e qualcuno ferma la canzone, e io resto sempre interdetto, a metà tra prendere un respiro e cercare di capire che succede.  E quando vedono le foto, scrivono “oh, guarda la faccia di Zac durante la rissa!” e io invece sto solo cercando di prendere fiato.

A: Ma mi rendo conto che in molti dei concerti a cui sono stata nell’ultimo hanno si sono dovuti fermare per diversi motivi. Ho visto Eddie Vedder che si è dovuto fermare perché ha notato che qualcuno aveva bisogno d’aiuto, ma mi sono accorta che il pubblico sta migliorando in questo genere di cose, fanno attenzione a chi sta loro intorno e si preoccupano, ad esempio in questo caso c’era un’emergenza medica e le persone intorno hanno sollevato i telefoni con la torcia accesa per aiutare i soccorsi. Per cui certo, è una cosa negativa l’aumento della violenza, ma ci sono anche cose positive perché ci si aiuta in questi casi. 

H: Sono d’accordo con te. Anch’io penso che la gente è diventata più sensibile per queste cose. Noi cerchiamo di trattare i nostri fan da persone, soprattutto perché alcuni arrivano alle 7 del mattino o si accampano fuori dai teatri … queste persone sono stanche già prima del concerto, quindi cerchiamo di tenerlo a mente. Come a qualcuno degli ultimi concerti, c’erano persone stremate. Mi ricordo durante i Warped Tour, di tanto in tanto si sentiva di qualcuno che era svenuto, a volte erano cose serie, altre perché magari si dimenticavano di bere acqua.

K: Zac, tu hai passato un po’ di tempo lontano dalla band. Qual è la cosa che ti è mancata di più? Ora hai una tua routine, quindi magari solo ora ti accorgi di quanto alcune cose ti fossero mancate. 

Z: Sicuramente gli show e fare concerti ogni sera, però anche il fatto di viaggiare con una crew fantastica. I concerti durano un’ora e mezza, ma il resto della giornata siamo tutti insieme in questa famiglia, quindi mi era mancato sicuramente il viaggiare in gruppo e vivere insieme. Poi torni a casa, ti chiedi a che ora è il pranzo e te lo devi fare da solo… con nessuno che mi fa più il catering. Devo andare al backstage? Vado nel mio armadio. Che vita triste. 
La nostra crew per i tour è stata con noi a lungo, e non ti rendi conto di quanto lavoro c’è per creare uno spettacolo e loro sono tornati dopo una pausa di 4 anni. 

K: Avete qualche cosa di particolare in programma per il giorno di uscita dell’album? Qualcosa da fare tutti insieme? 

H: Con After Laughter siamo andati a casa di Taylor e ci siamo tutti tatuati a vicenda e ci siamo ubriacati. È stata una notte caotica. Zac si è fatto fare circa 7 tatuaggi diversi sulla gamba, tutti quella notte. Sono piccoli, ma sono tanti. Il mio è il ‘AL’ che ho sul braccio che sta a indicare After Laughter e un altro che ho iniziato io ma Taylor e Zac hanno concluso, che rappresenta la fessura tra gli incisivi che avevo da ragazza, e che ormai si è chiusa da sola. 

K: Vi tatuerete qualcosa anche per questo album? 

Z: Beviamo tutti molto meno quindi non penso!

H: Già, non penso che la sera dell’uscita dell’album ci tatueremo qualcosa ma sicuramente ci adopereremo per interagire con i fans. Non sappiamo ancora se faremo dei concerti quella settimana, probabilmente sì, ma vogliamo fare qualcosa a cui tutti possono partecipare, da tutto il mondo. 

K: Avete visto sui social qualche persona famosa che ha apprezzato il singolo o la vostra musica? Momenti in cui vi siete resi conto che effettivamente sanno chi siete? 

H: Recentemente, quello più sorprendente è stato Justin dei The Darkness che, nella serie che ha su Youtube, ha fatto una review del singolo This is Why e il video. È stato sorprendente perché i The Darkness hanno avuto una delle più grandi hit l’anno in cui la nostra band è nata. 
Siamo stati in grado di incontrare molte più persone che non fanno parte della nostra cerchia negli ultimi anni. Non so se è grazie a come abbiamo variato il modo in cui scriviamo canzoni o perché stiamo crescendo, ma stiamo ricevendo tantissimi messaggi di apprezzamento. Matty dei The 1975 ci ha mandato un messaggio molto carino. Mi ha probabilmente sentito parlare di una delle loro canzoni e ci ha scritto questo messaggio lunghissimo riguardo This Is Why e di come è venuto ad ogni show che abbiamo fatto a Manchester e che ama la band e spera che possiamo incontrarci presto. 

A: A questo punto della vostra carriera, non potete semplicemente andare nel backstage di ogni show che volete? Tipo che puoi scrivere a Matty e dirgli che farete una collaborazione live al loro show? Le persone adesso se lo aspettano e si chiedono sempre chi sbucherà fuori. 

H: Non lo farei mai, ma è vero. È una cosa molto in stile anni ’70 quella che sta succedendo. Ci sono molte più collaborazioni, e penso che sia perché molti limiti che definiscono i generi musicali sono state offuscati. Alcuni dei nostri amici non pensavo neanche potessero apprezzare la nostra musica. Per esempio, la nostra amica Julien Baker, anche lei di Nashville, fa delle canzoni che sono completamente diverse dalle nostre ma siamo cresciute nella stessa bolla e questo ci ha fatte legare in qualche modo. È il potere della musica. 

Z: Anche Billie Eilish ha appena cantato Misery Business con Hayley, e sono due mondi diversi che si uniscono. 

H: Sì, non mi sarei mai aspettata che fosse cresciuta ascoltando la nostra musica.