Ilana Kaplan di LA Times ha intervistato Hayley Williams durante la quarantena. Qui sotto la traduzione dell’articolo originale.
“È strano essere seduta nella mia veranda, senza nessun altro intorno. È davvero una visione desolata” dichiara, via Skype.
Per Hayley la pandemia si sta rivelando un turbinio. Alcuni giorni cucina e prepara dolci, o lavora sulla sua musica, sentendosi in qualche modo produttiva.
Ha trovato conforto nel nuovo musical del franchise “Bachelor”, “Listen to your heart”, un reality show di appuntamenti.
Ma, confessa, “Ci sono giorni in cui non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto, e mi sento tipo ‘Oddio, la mia depressione è ritornata a gonfie vele’.”
Come molti altri Hayley Williams soffre per la solitudine dovuta all’isolamento, ad esclusione del fatto che ha un album cruciale per la sua carriera in uscita, il cui destino è stato reso terribilmente incerto dal Coronavirus.
“Mi sono rassegnata a tutto ciò”, dice riguardo all’uscita del suo LP, “Sono eccitatissima in realtà, sono una grande fan di [cantante R&B] Kehlani, ed ha un album in uscita anche lei questa settimana. Le persone stanno pubblicando opere stupende in questo periodo.”
Dal 2004 Williams ha guidato la band Paramore, uno dei più intriganti e progressivi gruppi di successo sulla scena del rock degli anni 2000 e 2010. Partendo dalla scena emo che li aveva caratterizzati al loro esordio, la band ha sperimentato note R&B, sonorità pop e country anni ’80 senza mai perdere intensità nei loro spettacoli dal vivo. In più, la flessibilità e la potenza della voce di Hayley Williams, hanno reso la ragazza l’Aretha Franklin del pop/punk, messa a confronto con gli altri cantanti.
Sebbene scrivesse con assoluta precisione di una ragazza specifica, non di una ragazza qualsiasi, il genere di Hayley rendeva il gruppo già dagli albori diverso da tutti gli altri: non si apprezzavano i Paramore perché suonavano più forte di qualsiasi altra band al Warped Tour (benché molte volte fosse così); si amavano i Paramore proprio perché facevano luce su una serie di esperienze che non venivano mai trattate. In un contesto prevalentemente maschile e colmo di misoginia, Hayley è diventata non solo una rockstar, ma anche un modello da seguire, venerata da alcune giovani ragazze, alcune delle quali hanno poi dato vita alle loro band.
Pubblicare un album da solista non è mai stato nei piani della cantante. Dopo la pubblicazione del loro quinto album ‘After Laughter’ e il successivo tour, la cantante e la sua band – il chitarrista e coautore Taylor York e il batterista Zac Farr o- si rendono conto di aver bisogno di prendersi una pausa.
Hayley pianifica di dedicarsi alla sua linea di tinte vegane e cruelty free ‘Good Dye Young’, Taylor vuole produrre e Zac Farro ha intenzione di dedicarsi alla sua band HalfNoise.
“Il mio corpo era già avviato in ‘Ok, è il momento di essere di nuovo creativa’, ma non ero emotivamente e psicologicamente pronta.” Si sbagliava. “L’universo è molto più intelligente di quanto possiamo immaginare, ed anche il mio corpo lo era” confessa, ridendo.
Nel gennaio del 2019 il progetto inizia a prendere forma, senza che lei se ne renda nemmeno conto. Quando contatta l’amico e a volte bassista del gruppo Joey Howard, ha appena fatto ricoverare sua nonna in una struttura di riabilitazione a seguito di un traumatico incidente. Egli aveva appena trascorso un’esperienza dl genere e ciò che traspare mentre i due amici parlano del loro dolore dà vita a “Leave It Alone”. Non era nemmeno sicura che qualcuno lo avrebbe ascoltato: “È stato solo dopo il terzo, quarto brano, che mi sono resa conto che, cavolo, era iniziato tutto mesi fa con ‘Leave It Alone'”, dice di aver pensato.
Per una serie di ragioni, le canzone scritte da Hayley non erano adatte per i Paramore. “Queste sono storie molto personali, non mi piaceva l’idea di dare questo lavoro a qualcuno che già aveva le proprie battaglie”, secondo la frontwoman, i Paramore non devono più dimostrare niente a nessuno. “Quando sarà il momento di tornare a registrare, torneremo insieme e più forti di prima“, assicura.
Per ora però è “Petals for Armor” l’obiettivo di Hayley. Il titolo riflette la rigidità e la delicatezza che hanno caratterizzato la vita della Williams in questi ultimi anni. “È stata una lezione difficile per me, perché in tutti questi anni tutti i miei progressi, li ho fatti imparando dagli altri”, dice. Ma ad oggi tutto questo non funziona più per lei, ha dovuto rivedere i suoi meccanismi di copiatura e il modo in cui viveva i suoi sentimenti.
“Tendo sempre a rifiutare la maggior parte dei miei sentimenti, poi vado su un palco in pubblico a dire quelle cose che disperatamente vorrei che gli altri dicessero a me”, confessa. Hayley vorrebbe che i ragazzi lascino i suoi spettacoli sentendosi “Visti, ascoltati e pieni di potenzialità.” “Ma questo non vuol dire che ritornerei al mio camerino, sentendomi chissà chi.”
Tramite la terapia – più precisamente attraverso una tecnica chiamata EMDR (eye movement desensitization and reprocessing), consigliata particolarmente per il tipo di ritiro che ha frequentato – è stata in grado di processare le sue emozioni attraverso delle visualizzazioni.
Per lei la EMDR è stata una via d’accesso a una serie di terapie che l’hanno aiutata con il suo disturbo post traumatico, qualcosa che credeva colpisse solo i veterani di guerra e le vittime di violenza. “Non ho subito abusi fisici o sessuali, ma ero al corrente del fatto che era abbastanza comune nella mia generazione”, ci dice. Alla fine però, realizza che ci sono cose che subconsciamente la influenzano, “quando siamo nel grembo, rispetto a quando entriamo a contatto con l’ambiente circostante”.
“Si associa facilmente agli eventi che si sono susseguiti in una relazione tossica che ha caratterizzato dieci anni della mia giovinezza” – riferendosi a Chad Gilbert dei New Found Glory, da cui ha divorziato nel 2017 – “E penso che a quel tempo ci sia stata un sacco di m**** che non sapevo come definire.”
Durante una delle sue sedute di EMDR – alle quali continua ancora a partecipare – ha visto ciò che sarebbe stata l’ispirazione per il suo album: fiori che sbocciavano dal suo corpo. “Non è stato bellissimo” ci confessa “è stato doloroso e macabro”. Ha iniziato a capire che essere delicata e vulnerabile poteva essere tanto potente quanto i vocalizzi che faceva sul palco. “Penso che colpisca molto di più dire la verità in modo calmo e schietto, piuttosto che urlandola agitandosi”.
Mentre Hayley sta ancora affrontando ansia e depressione, pensa sia giusto che i fan possano seguire una storyline in “Petals for Armor”, e sperimentare uno sviluppo caratteriale, ragion per cui la cantante ha deciso di dividere l’album in tre EP. “Vogliamo tutti rivedere i nostri amici e i nostri affetti più cari, uscendo da questa situazione più forti di prima”, ci dice. “Non significa diventare perfetti, ma piuttosto una versione migliore di noi stessi.”
Per l’album questo ha significato riportare alla luce i dettagli più crudi della sua relazione con Gilbert, per analizzare il suo trauma. Nella canzone “Dead Horse” la Williams describe dettagliatamente le loro discussioni e la vergogna che la paralizzava.
Hayley ammette di essere stata l’amante all’inizio della loro relazione e, alla fine, è stata lei ad essere tradita a sua volta. “Mi sono scavata la fossa, vero?”, dice Hayley. Da quel momento la Williams è cresciuta e ha imparato a conoscersi sotto una luce differente: “Ero davvero una persona incoerente, avevo molte cose positive da dare. Avevo molta energia, ma non tenevo nulla per me. Più di ogni altra cosa, non avevo rispetto per me stessa, ma era perché in primo luogo, non chiedevo rispetto a nessuna delle persone che mi circondavano.” dice, parlando del passato.
Mentre scriveva “Simmer” il singolo di apertura del suo album “Petals for Armor”, ci dice che “la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la rabbia”. “La rabbia è qualcosa di calmo” canta “sei convinto di averla domata/Ma in realtà sta solo attendendendo in silenzio”.
Una volta iniziata a lasciarsi andare, tutto si è piano piano districato “La rabbia nella mia vita è stata sempre una fonte di sollievo”, confessa. Al contempo, il secondo verso esprime un sentimento di rabbia universale, spinto dalle donne attorno a lei e dalle partecipanti al movimento #MeeToo. “Ogni donna della nostra famiglia ha subito esperienze di abuso terribili per mano degli uomini.”
La Williams si considera un “caso molto fortunato e raro”, non avendo vissuto “storie orribili” con gli uomini. Ciononostante, ci racconta, “Mi tiravano i preservativi addosso sul palco per tutto il tempo, e mi urlavano ‘P*****, non ti togli la maglia?'”.
La Williams non era pronta ad essere messa in imbarazzo in questo modo, quindi doveva per forza trovare un modo per contrattaccare. “Ogni sera il mio obiettivo era essere più forte, migliore degli altri, e sputare più lontano di loro.”
L’ancora fierissima frontwoman ora è a casa sua, divorziata, a Nashville, alle prese con qualcosa che non faceva da più di dieci anni a questa parte: sentirsi con qualcuno. Mentre non si è mai avvalsa di piattaforme come OkCupid e Tinder, è felice che funzionino per altre persone: “Non è nei miei piani usarle, ma mi mette a mio agio quando qualcuno mi dice di aver conosciuto il proprio partner via app,” dice. Descrive la sua esperienza con gli appuntamenti come “molto autodistruttiva”, ma è qualcosa su cui sta continuando a lavorare anche in terapia. “Ho questo desiderio veramente profondo di mettere su casa con un partner, maledicendo il COVID-19 e il riscaldamento globale. Mi piacerebbe essere una mamma un giorno”, ci dice.
Ma la vita è in stallo in questo momento e rilasciare ‘Petals for Armor’ nelle braccia dei suoi fan – quelli che le sono stati accanto dagli albori dei Paramore – è ora la sua priorità. È a casa, cercando di organizzare un concerto digitale per tutti i fan che avevano acquistato un biglietto del suo tour, ora rimandato.
Mentre la data della diretta non è stata ancora fissata, la Williams pianifica di suonare la chitarra sul palco, per la prima volta da quando aveva 15/16 anni. “Può sembrare disgustoso”, ci dice, “ma mi manca essere in una stanza affollata, che puzza di sudore, con altri esseri umani, mentre cantano e piangiamo, o ridono e danzano. Mi manca davvero tanto, in questi momenti.”